

I M U prima casa non è da pagare ma non per tutti.
I passaggi logici attraverso i quali è possibile calcolare l’ IMU e quanto si deve pagare
L’esenzione prima casa è completa, se, il Comune di riferimento, non ha deliberato, per il 2013, un’aliquota maggiore del 4 per mille.
ESENZIONI
Esenti da Imu le abitazioni principali e quelle assimilate per legge o regolamento.
Sono inoltre inclusi nelle agevolazioni gli immobili degli Iacp e le case assegnate in sede di separazione o divorzio.
L’esenzione è completa se il comune di riferimento non ha deliberato per il 2013 un’aliquota maggiore del 4 per mille. Altrimenti resta dovuto un importo pari al 40% della differenza, (vedi dopo come calcolare) che deve essere versata entro il 16 gennaio 2014.
Le agevolazioni riguardano, in primo luogo, la casa in cui il contribuente dimora abitualmente e risiede anagraficamente.
Il beneficio si estende alle pertinenze, che possono essere al massimo una per ciascuna categoria catastale C2, C6 e C7.
Restano invece escluse dall’esenzione e da qualsiasi beneficio le abitazioni classificate come A1, A8 e A9, che devono pertanto versare quanto dovuto entro il prossimo 16 dicembre.
Le fattispecie assimilate solo se esiste la relativa delibera comunale sono:
– unità immobiliari non locate possedute da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero
– unità immobiliari non locate possedute da cittadini italiani residenti all’estero.
Si tratta di ipotesi già agevolate in sede di prima rata.
A queste si è aggiungono solo per la seconda rata le altre assimilate solo se esiste la relativa delibera comunale:
– il comodato a parenti in linea retta, entro il primo grado, a condizione che il comodatario vi adibisca la propria abitazione principale e che non si tratti di beni di lusso. In questo caso, l’efficacia del l’eventuale delibera consiliare di assimilazione è limitata alla seconda rata.
– gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa assegnate ai soci che vi adibiscono l’abitazione principale, assimilate ope legis a quest’ultima,
– le unità immobiliari non locate, diverse dagli immobili di lusso, in proprietà degli appartenenti alle Forze armate e agli altri soggetti indicati nel l’articolo 2 del decreto legge 102/13. Per questi ultimi immobili, l’esonero vale dal 1° luglio scorso. Ne consegue che potrebbe essere dovuto un conguaglio tra quanto versato in prima rata, con le aliquote 2012, e quanto dovuto con le aliquote di quest’anno.
– confermato inoltre l’esonero per gli immobili degli Iacp.
– le case assegnate in sede di separazione e divorzio. Questi immobili, ai fini Imu, si considerano in diritto di abitazione del coniuge assegnatario, a prescindere dalle quote di possesso. La norma agevolativa dispone l’esenzione prescindendo dalla sussistenza dei requisiti della dimora e della residenza anagrafica dell’assegnatario.
IL PERCORSO DI CALCOLO dell’ IMU
I passaggi attraverso i quali è possibile calcolare quanto si deve pagare sono:
1.) LA BASE IMPONIBILE
Il valore della base di calcolo dell’imposta municipale Imu è rappresentata dal valore catastale dell’immobile, che è pari
alla rendita catastale (il dato è presente nell’atto notarile di compravendita), rivalutato del 5% e moltiplicato per 160.
Quindi per semplificare la rendita catastale moltiplicata per 168.
2.) I M U STANDARD
Il parametro per calcolare l’Imu standard, si applica l’aliquota del 4 per mille al valore catastale (quindi si moltiplica il valore catastale per 4 e si divide il risultato per mille), e si sottraggono al risultato 200 euro di detrazioni standard (e 50 euro per ogni figlio convivente fino a 26 anni) 50 euro.
Perciò: (rendita catastale moltiplicata per 168) ancora moltiplicata per 4 diviso 1.000 meno detrazioni = IMU Standard
3.) I M U 2013
Il termine di paragone dell’ IMU Standard così calcolata è l’ IMU Comunale.
L’Imu standard va confrontata con l’imposta che si ottiene applicando l’aliquota effettiva scelta dal Comune (per esempio il 6 per mille), sempre con l’applicazione delle detrazioni fisse (200 euro + 50 euro per ogni figlio fino a 26 anni)
Perciò: (rendita catastale moltiplicata per 168) ancora moltiplicata per 6 diviso 1.000 meno detrazioni = IMU Comunale
4.) LA DIFFERENZA
Il confronto per ottenere la differenza, occorre sottrarre all’Imu per il 2013 (calcolata con l’aliquota effettiva deliberata dall’amministrazione comunale) l’imposta calcolata con l’aliquota standard (che viene determinata con l’aliquota del 4 per mille) 0,4%.
(rendita catastale moltiplicata per 168) ancora moltiplicata per 6 diviso 1.000 meno detrazioni = IMU Comunale
meno (rendita catastale moltiplicata per 168) ancora moltiplicata per 4 diviso 1.000 meno detrazioni = IMU Standard
uguale Differenza
5.) LA QUOTA DA VERSARE
Il 40 per cento è a carico del contribuente, in base al decreto legge che è stato varato dal Governo, rimane il 40 per cento della differenza fra l’imposta Imu 2013 (calcolata con aliquota reale) e l’Imu standard (cioè quella calcolata con l’aliquota
del 4 per mille)
(rendita catastale moltiplicata per 168) ancora moltiplicata per 6 diviso 1.000 meno detrazioni = IMU Comunale
meno (rendita catastale moltiplicata per 168) ancora moltiplicata per 4 diviso 1.000 meno detrazioni = IMU Standard
uguale Differenza per 40 diviso 100 = quota da versare.
Il restante 60% della differenza fra Imu 2013 e Imu standard nei Comuni che hanno alzato l’aliquota viene coperto dallo Stato. Il Comune ha tempo fino al 15 dicembre per correggere il bilancio alla luce del meccanismo che è stato previsto nel decreto legge
ESEMPIO
Abitazione principale Categoria A2 con Rendita catastale = €.100
Detrazioni per la prima casa ed un figlio €.200 + €.50 = €.250
Rendita catastale moltiplicata per 168 = €.16.800
Rendita catastale moltiplicata €.16.800 per 0,6% = €.1.008 – 250 = €.758 IMU Comunale
Rendita catastale moltiplicata €.16.800 per 0,4% = €.1.008 – 250 = €.422 IMU Standard
IMU Comunale €.758 – IMU Standard €.422 = Differenza €.336 di cui il 40% €.134,40 è la quota da versare